The Italian Wife

London explained by a very Italian villager adopted by a very multiethnic family

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La mia vicina indipendentista catalana

October 01, 2017 by Daria Simeone

Ogni mattina, in Africa, una gazzella si sveglia, sa che deve correre più in fretta eccetera eccetera.
Ogni mattina, a Barcellona io mi sveglio, e so che devo aprire Google Translator, bestemmiare e scriverci dentro le frasi in catalano che trovo sulle circolari della scuola di mia figlia per capire cosa mi hanno mandato a dire. "No vingueu massa d'hora per esperar fora de la porta d'on surten els vostres fills". 

Boh. Mi hanno anche detto che per noi italiani il catalano è facile. Deve trattarsi di un blocco psicologico.

Forse perché a me, lo ammetto, questa storia del catalano un po' mi indispone. E poi perché io sono decisamente per l'unione piuttosto che per la divisione, sono per la dipendenza più che per l'indipendenza, per il volemose bene. Sono una che ci mette anni a lasciare un fidanzato, figuriamoci quanto mi costerebbe lasciare un paese.

Due anni fa, quando mi sono trasferita a Barcellona, certa che lo spagnolo mi sarebbe bastato e avanzato pure, mi sono ritrovata come vicina di pianerettolo una vecchina 70enne indipendentista catalana, una di quelle, per intenderci, che sul balcone ha messo in fila la bandiera catalana, quella per il sì al referendum, quella per il no ai turisti e via così. 

Un anno dopo, quando sono andata a vedere le scuole per mia figlia, per poterne scegliere una, alcuni direttori scolastici e insegnanti mi rispondevano in catalano anche quando gli facevo le domande in castigliano. Roba da prenderli a craniate, pensavo.

Ci ho messo un po' di tempo, ma ora so che quella vecchina indipendentista catalana si chiama Maria, ha l'età di mia madre e - come lei - col cazzo che è una vecchina. Va a farsi i weekend a Ibiza con le amiche, è del segno dell'acquario, il mio preferito, è stata tra le prime persone a venirmi a trovare in ospedale quando ho partorito, ogni settimana mi porta le verdure della sua campagna a Tarragona, pupazzi glitterati per le mie figlie, persino dei regalini da "Tutto a un euro" per mia madre se le capita. 

Continuo a fare fatica a capire la causa catalana, figuriamoci a sposarla. Ma mi inchino davanti a una tenacia che forse non conoscerò mai. Perché oggi, mentre seguivo il voto del referendum interrotto dalle cariche delle polizia spagnola, ho chiamato Maria, per assicurarmi che stesse bene. E invece era al pronto soccorso. Era caduta durante le cariche fatte da decine di poliziotti-animali al suo seggio. L'avevano costretta, poi, ad inginocchiarsi. A 71 anni, urlandole addosso.

E allora sticazzi il catalano cacofonico e gli indipendentisti spocchiosi. Lo schifo della violenza della polizia spagnola è insopportabile. Lo deve essere per tutti. Soprattutto se mi toccano la mia vicina Maria, spacciatrice di zucchine, pomodori e pupazzi glitter. 

Quando Maria è uscita dall'ospedale con la gamba fasciata ci siamo abbracciate. La mia amica Anna, del Tg2, le ha chiesto "E adesso, dove vai?"

"Io? A votare, bellezza"._TIW

 

Mi vecina indipendentista

Cada mañana, en África, una gacela se despierta; sabe que deberá correr más rápido que el león,etc..

Cada mañana, en Barcelona, yo me despierto y se que tengo que abrir el traductor de Google y escribir las notas que me envían desde el colegio de mi hija para entender de lo que me están hablando. "No vingueu massa d'hora per esperar fora de la porta d'on surten els vostres fills". Bah.

Me habían dicho que para los italianos el catalán es sencillo. Tiene que ser un bloqueo psicológico.

Admito que probablemente esta historia del catalán me molesta un poco. Porque yo soy más bien a favor de la unión que de la división, por la dependencia mas que por la independencia, del querámonos juntos. Soy una persona que tarda años en dejar un novio, imagínate un país.

Cuando hace dos años me mudé a Barcelona, segura de que el castellano iba a ser más que suficiente, me he encontrado como vecina de rellano a una viejita sobre los 70, independentista catalana, para entendernos una de la que pone en su balcón la bandera catalana, la del si al referendum y la del no a los turistas.

Un año después, cuando fui a ver los colegios para mi hija, los directores y las maestras me contestaban en catalán incluso cuando yo les preguntaba en castellano. Les hubiera dado cabezazos.

He tardado un poco, pero ahora se que aquella señora mayor independentista catalana se llama Maria, tiene la edad de mi madre y, como ella, ni de coña la puedes llamar viejita. Se pasa los fines de semana en Ibiza con sus amigas, es acuario, mi signo zodiacal favorito, ha sido una de las primeras personas que vino a verme cuando di a luz, cada semana me trae verduras de su huerta en Tarragona, muñecos con purpurina para mis hijas y de vez en cuando hasta regalos del "todo a un euro" para mí madre.

Me sigue costando entender los motivos de los catalanes, así que ni de lejos podría apoyarlos. Pero admiro esta tenacidad que puede que yo jamás conoceré. Porque hoy, mientras seguía el voto del referéndum interrumpido por las cargas de la policia española, he telefoneado a Maria para asegurarme que estuviera bien. Pero se encontraba en urgencias. Se había caído durante las cargas de estos policías animales en su colegio electoral.

La habían obligado a ponerse de rodillas . Con 71 años, gritándole a la cara.

Pues entonces a la mierda el catalán cacofónico y los independentistas presumidos.

El asco de la violencia de la policía española no se puede aguantar. Nadie debería.

Sobretodo si me tocan a mi vecina Maria, traficante de calabacines, tomates y muñecos de purpurina.

Cuando Maria ha salido del hospital con la pierna vendada nos hemos dado un abrazo. Y mi amiga Anna, del telediario italiano del tg2, le ha preguntado "Y ahora a donde vas?"

"Yo? A votar, guapa"._ TIW

October 01, 2017 /Daria Simeone
indipendentista, spagna, referendum, catalogna
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Io e Betty al Royal Ascot

Io e Betty al Royal Ascot

Bettina, restiamo unite

June 22, 2016 by Daria Simeone

Uè ciao Elisabè, lo so che stai ancora bisbocciando perché non si compiono 90 anni tutti i giorni, ma dobbiamo parlare. Qua mi vogliono cacciare per sempre da Londra. Lo so che non dipende da te, ma tu magari puoi mettere una buona parola con i tuoi sudditi per me. Alla fine io sono quella che ti fa gli auguri ad ogni compleanno e che ha scritto articoli lunghissimi difendendo diffusamente il tuo innato stile anche quando ti sei vestita da evidenziatore Stabilo Boss verde. Aiutami Bettina. 

Il mio fidanzato - che non mi sposa - è inglese, e pure mia figlia, ma io sono di Avellino e se passa la Brexit va a finire che mi servirà il permesso di soggiorno ogni volta che verró a Londra (dove già mi prendo delle secchiate d'acqua ogni volta, perché mai aggiungere altri disagi?). Sì perché ora viviamo a Barcellona, in quanto il mio fidanzato, in piena crisi di mezza età, voleva "fare un'esperienza all'estero" (vedi i traumi che ti porti dietro a non fare l'Erasmus?). Però vogliamo tornare da te un giorno. Qui si sta bene, eh, c'è il sole, il mare, le piscine sui tetti, il pan con tomate, i chipirones. Ma vuoi mettere Londra, i parchi verdissimi con gli scoiattoli, le scone con la clotted cream del bar del Victoria & Albert Museum? 

Pensa che quando a ottobre ce ne siamo andati avevo ormai imparato a pronunciare Gloucester come "gloster", senza neanche più chiedermi PERCHÉ?; avevo imparato a fare il té come lo fai tu, a guardare dalla parte giusta prima di attraversare la strada, a mandare le vostre cazzo di cartoline d'auguri ad ogni fottuta ricorrenza in cui le mandate pure voi, a mettere le X alla fine dei messaggi (che dalle parti nostre lo fanno solo gli analfabeti), a fare i barbecue in giardino sotto la pioggia. Ho anche tolto la maglietta della salute a mia figlia e sono sicura che col tempo sarei riuscita a toglierla anche io. 

Non so se avrei passato il test che fate fare agli immigrati che vogliono la cittadinanza britannica. Per quanto se è vero che le domande-tipo sono "quanti cani ha la regina" oppure "quanti Topshop ci sono su Oxford street?" avrei avuto ottime chance. 

Fatto sta che, da quanto capisco, non potrei più giocarmi neanche quella carta. E per giunta se passa la Brexit il mio fidanzato non più europeo dovrà lasciare Barcellona, a meno che pure la Catalogna indipendente riesca a mandare affanculo l'Europa per cui si tengono il mio fidanzato non europeo e a me mi rimandano in Italia (dove è appena stato eletto Mastella come sindaco di Benevento, non so se hai presente). 

Insomma Elisabè, il fatto è serio, vedi tu che puoi fare. Altrimenti stavolta rischio veramente di dovermi sposare._TIW

 

Betty, please don't go

Me and Betty on her birthday  

Me and Betty on her birthday  

Haya Betty, I am sure you are still pretty busy celebrating your 90th birthday, but we need to talk. People want to kick me out of the Uk. For good. I know this time it is not your fault but maybe you can take my side anyway. I'm the one that wishes you a Happy Birthday every year, the one that wrote long articles celebrating your natural fashion sense even when you dressed up like a green highlighter. Help me Bettina.

My boyfriend - who does not marry me - is British and so is our daughter, but I am from Avellino and if the UK exits the EU I might need a visa to come to London (where I already get soaking wet in the rain every time, why add more inconveniences?).

Yeah, I forgot to say, this is because we live now in Barcelona, since my boyfriend - who was probably going through a middle age crisis - decided that he wanted to "have an adventure abroad" (see what the trauma of not doing an Erasmus program when at university causes?).

Anyway, we want to come back to you one day. We are happy here in Barcelona, with the sun, the sea, the swimming pools on the roofs, the pan con tomate, the chipirones. But there's no place like London, the green parks with squirrels, the scones with clotted cream at the V&A museum café.

You know, when we decided to leave London in October I had finally learned to pronounce Gloucester as "gloster" without wondering why anymore; I learned how to make tea the way you like it, to look in the right direction crossing the road, to send those bloody cards at every bloody occasion in which you Brits send them, to end my messages with xxx (which in Italy is the signature for the illiterates), to have bbqs in the pouring rain. I even stopped putting the thermal undervest on my daughter. I'm sure I would have stopped wearing it myself at some point.

I'm not sure I would have passed the Uk citizenship immigration test. Although if the standard questions are actually along the lines of: how many dogs does the Queen own? Or: how many Topshop stores are on Oxford street, I would have had good chance.

From what I understood of this Brexit business I wouldn't have this option anymore. On top of this if the Brexit happens my no-longer-European boyfriend will have to leave Barcelona, unless the independent Catalunya says fuck off to the EU too, keeps my boyfriend here and sends me back to Italy (the country where Mastella has just been elected Mayer of Benevento, you know what I mean and if you don't read here).

It's a difficult time Betty, see what you can do. Otherwise this time I am afraid I will really have to get married._TIW

 

 

June 22, 2016 /Daria Simeone
immigration, regina, queen, brexit, referendum, italy, immigrati, barcelona, uk, italian, italiani all'estero
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