The Italian Wife

London explained by a very Italian villager adopted by a very multiethnic family

  • New Page
  • Blog
  • About
  • Contact
  • Subscribe by email
image.jpg

Nel nome del padre, del nonno, di Allah e della Catalogna

April 13, 2016 by Daria Simeone

Mia, ti piace il nome Viola per la sorellina?
No, pink!
Ah ok, e Marley?
Sì sì! E' il papà di Nemo!

Interpellare tua figlia duenne per decidere il nome di sua sorella non è una buona idea. Soprattutto se sei avellinese, fidanzata con un anglo-arabo e ti sei appena trasferita a Barcellona e quindi nella scelta sono già più o meno coinvolti soggetti provenienti da Londra-Regno Unito, Khartum-Sudan, Barcellona-Catalogna, Avellino-Irpinia e mamma da Benevento.

Se volessimo tenerci sul nome italiano: Viola diventerebbe Biola per i catalani e Vaiola per gli inglesi; se volessimo tenerci sull'arabo: Aia diventerebbe una cotoletta di pollo per gli avellinesi; se volessimo tenerci sull'inglese: Marion diventerebbe Mario per mia madre. E se volessimo omaggiare la nostra nuova patria catalana con un Gal·la tutti gli altri sarebbero estremamente confusi dal puntino. Per questo ci eravamo augurati che fosse maschio, perché avevamo già deciso che si sarebbe chiamato Ziggy, nel nome di Bowie e senza minimamente tener conto di quanto lo avrebbero preso per il culo a scuola e poi PER SEMPRE.

Con la prima figlia ci siamo tenuti due nomi fino alla fine, Mia e Andrea, dopo aver scartato Bianca perché rischiava di non esserlo, Uma perché col cognome Makki avrebbe formato quasi un Uramaki, e Nina perché nell'appello a scuola sarebbe diventata MakkiNina. La scelta di Mia, alla fine, è stato un golpe sacrosanto attuato mentre io ero in anestesia totale. Questa volta viaggiamo con una lista di oltre 20 nomi, di cui il 70 per cento impronunciabili. Una lista, per intenderci, che inizia con Mabel e finisce con Talita. La parte più faticosa è reggere il confronto col mondo esterno che ci chiede il toto-nomi.

Il Sudanese che si aspetta un nome arabo.
Makki senior: "A me piace Zara".
Io: "Anche a me, soprattutto coi saldi".
Il nonno sudanese non l'ha presa benissimo quando ha saputo che avevamo scelto il nome Mia che in arabo vuol dire "cento". A lui piaceva Nadia (Nadiyyah, delicata) che è stato infatti messo come secondo nome con virgola e che secondo me, comunque, è russo. Questa volta il Sudanese ha deciso di muoversi in anticipo, proponendo un nome il giorno stesso in cui abbiamo saputo che era femmina. Zara, che in arabo vorrà anche dire principessa, ma in avellinese, catalano e beneventano è il nome del mio guardaroba autunno/inverno e primavera/estate. Quindi ho provato a spiegarglielo, non sono del tutto sicura che mi abbia creduto. 

Gli inglesi. Quelli che di solito chiamano i figli Mela, Cavolo e Estate.
"Bellissimo Marley!".
Mettere nomi che non sono nomi ma frutti, verdure, stagioni, colori, cognomi e punti cardinali è sempre stata una passione degli anglofoni. Per cui l'idea di chiamarla Marley è stata accolta con enorme entusiasmo dagli inglesi. Compresa Mia che crede sia il nome del padre di Nemo (al secolo Marlin). La tentazione di un nome esotico aveva quasi conquistato anche me. Mi faceva sentire un po' come Gwyneth, mamma di Mela, o come Kim, madre di Nord-Ovest. Con questa Marley, che fa un po' Bob Marley, ma anche un po' cane di Jennifer Aniston e Owen Wilson. 
 

Gli italiani a Barcellona. Ovvero i reazionari.
"Marley fa cagare, mica è un nome!".
Gli italiani che stanno a Barcellona sono cosmopoliti, cittadini del mondo, giovani dentro, viaggiatori, poliglotti. Ma col cazzo che chiamerebbero mia figlia Marley. 
"Ok e allora Lola?" propongo.
"Mah, guarda che Lola anche è molto eccentrico per noi eh, è impegnativo. Cioè alla fine Lola è Lolita, un po' una zoccola per dircela tutta. Che ne dici di Michela?". (Questa era Michela).

Gli italiani in collegamento dall'isola di Reunion.
"Hai deciso per il nome?"
"No"
"Comunque secondo me Carlotta va benissimo" (Questa era Carlotta).

Mia madre. 
"Ho letto che Maya Sansa ha chiamato la figlia Talita"
Io: "Maya chi?"
"Guarda che non è male, sempre meglio di Nausica che può piacere solo a tuo padre".

Gli italiani in collegamento dalle isole Canarie.
"Talita? Sì, e Tiscesa".

Abbiamo tempo. Ricominciamo tutto d'accapo, dal primo nome della lista. Mabel, per il quale abbiamo già registrato tre pronunce diverse "Maibl" (l'anglo-arabo), "Màbel" (io), "ué Mabbèl" (mamma)._TIW

 

In the name of the father, grandfather, Allah and Catalunya

Mia, do you like to name your little sister Viola?
No, pink!
Ah ok, how about Marley?
Yes yes! Like Nemo's dad!

It is not a good idea to ask your 2 years old daughter to decide her sister's name, especially if you are from Avellino, your boyfriend is British-Arab and you just moved to Barcelona. Which all means the people involved in the decision are too many and too diverse coming from London-United Kingdom, Khartum-Sudan, Barcelona-Catalunya, Avellino-Irpinia and my mum from Benevento.

If we want to stick to an Italian name: Viola would become Biola for the Catalans and Vaiola for the English; if we choose the Arab: Aia (Aiah) would be a chicken schnitzel brand for the Avellinesi; if we pick an English name: Marion would become Mario for my mother. And if we decide to celebrate our new Catalan homeland with Gal·la all the others would be extremely confused by the dot. That's why we wanted it to be a boy, because we already knew he was going to be named Ziggy, in the name of Bowie. Who cares if his classmates and THE WHOLE WORLD would have taken the piss out of him.

With our first daughter we had two names until the birth, Mia and Andrea, after discarding: Bianca ("white" in Italian) because she might have not been so white, Uma because followed by the surname Makki would have sounded like uramaki, and Nina because at school Italian teachers would call her Makki Nina (little car). This time we have a list of over 20 names, 70 per cent of which are hard to pronounce. A list that starts with Mabel and ends with Talita. The hardest part is to confront everyone and ask for there blessing.

The Sudanese that wants an Arab name.
Makki senior: "I love Zara".
Me: "Me too, especially during the sale".
The Sudanese grandfather didn't take it too well when he found out we named our first child Mia, "one hundred" in Arabic. He liked Nadia (Nadiyyah, delicate), that became Mia's middle name. This time the Sudanese put down his favourite name first, on the same day we found out it was a girl. Zara, that in Arabic means princess, ok, but in Italian and Catalan it is basically the name of my wardrobe, Fall/Winter and Spring/Summer. I've tried to explain it to him but I'm not sure he believed me.

The British. Those who call their children Apple, Kale and Summer.
"Beautiful Marley!".
English speakers love to give names that are not names but fruits, vegetables, seasons, colours, cardinal points. So the idea of naming our second daughter Marley has been welcomed with great excitement by all the British, included Mia that thinks it is Nemo's dad's name (which is actually Marlin). I've been tempted to give her an exotic name. To feel a bit like Gwyneth, Apple's mum, or like Kim, mother of North West. Marley, that is a bit about Bob Marley, but is also Jennifer Aniston and Owen Wilson's dog. 

The Italians in Barcelona: the conservatives.
"Marley is shit, it's not even a name!".
The Italians that I know in Barcelona are cosmopolitan, citizens of the world, young inside, travelers, multilingual. But, hell no, they wouldn't call my daughter Marley. 
"Ok how about Lola?" I try.
"Well, look Lola is quite exotic too for us, it's not an easy name. Lola is too close to Lolita, which was a bit of a slut. How about Michela". (This was Michela).

The Italians phoning from the Reunion island.
"Have you picked a name yet?"
"No"
"Anyway, I think Carlotta is very nice" (This was Carlotta).

My mother. 
"I've read that the actress Maya Sansa named her daughter Talita"
Me: "Maya who?"
"Look it's not too bad, for sure is better than Nausica, only your father likes it".

The Italians phoning from the Canary islands. 
"Talita (sounds like Salita: uphill)? Yeah, why not Tiscesa (sounds like Discesa: downhill)". (See, you can't even translate jokes about names).

We've got time. Let's start from the beginning, from the top of the list. Mabel, for which we have already registered 3 different pronunciations: "May-bull" (the British-Aarab), "Mà bell" (me), "ué Mabbèl" (mum)._TIW

En el nombre del padre, del abuelo, de Allah y de Cataluña

- Mia te gusta el nombre Viola para la hermanita?
- No Pink!
- Ah vale y Marley?
- Si, si, es el padre de Nemo!

Preguntarle a tu hija de dos años que nombre ponerle a la hermana no es exactamente lo que se dice una buena idea.
Sobretodo si vienes de Avellino, tu pareja es anglo-árabe y acabas de mudarte a Barcelona, así que en la elección ya están mas o menos incluidos gente de Londra-Reino Unido, Khartum-Sudan, Barcelona- Cataluña, Avellino- Irpinia y mamá que es de Benevento.
Si quisiéramos elegir un nombre italiano entonces Viola se transformaría en Biola para los catalanes y Vaiola para los ingleses;
si nos decidimos para el nombre árabe, Aia, se transformaría en una empanada de pollo en Avellino (es el nombre de una famosa empresa de productos de carne); si quisiéramos el nombre ingles, Marion se transformaría en Mario para mi madre.
Y si quisiéramos homenajear nuestra nueva patria con Gal·la, crearíamos una total confusión a todos los demás por el punto en el medio.
Por eso habíamos deseado un varón, ya habíamos decidido que iba a llamarse Ziggy, en nombre de Bowie y sin considerar en absoluto que iban a reírse de él en el colegio y PARA SIEMPRE.
Con la primera hija hemos barajados 2 nombres hasta el final, Mia y Andrea, después de descartar Bianca (Blanca) ya que había el riesgo que no lo fuera, Uma porque con el apellido Makki iba a sonar como Uramaki, y Nina ya que en el registro del cole se habría transformado en MakkiNina (cochecito en italiano).
La elección de Mia al final ha sido un golpe maestro hecho mientras yo estaba en anestesia total.
Esta vez en cambio tenemos una lista con mas de 20 nombres, con un 70% de ellos que no se pueden ni pronunciar, Un listado que empieza con Mabel y acaba con Talita. 
La parte mas difícil es aguantar el mundo exterior que pide a voces cual será el nombre de la niña.

El sudanés que espera un nombre arabo.
Makki senior: "Me gusta Zara".
Yo: "A mi también, sobre todo en rebajas".
Al abuelo sudanés no le gustó mucho que eligiéramos el nombre de Mia que en árabe significa "cien". él hubiera preferido Nadia ( Nadiyyah, delicada) que de todos modos le pusimos como segundo nombre y que para mi sigue siendo de origen ruso. Esta vez el abuelo ha decidido moverse con antelación proponiendo un nombre el mismo día que supimos que era niña. Ahora yo puedo entender que en árabe Zara significa princesa, pero en avellinese, catalán y beneventano es el nombre de mi guardarropa otoño/invierno y primavera/verano. Así que he intentado explicárselo pero no estoy convencida de que me haya creído.

Los ingleses, los que suelen llamar sus hijos Manzana, Col y Verano.
"Precioso Marley!"
Poner nombres que no son nombres si no frutos, estaciones, colores, apellidos y puntos cardinales, siempre ha sido una verdadera pasión para los anglófonos. Así que la idea de llamarla Marley ha sido acogida con enorme entusiasmo, incluida Mia que cree ser el nombre del padre de Nemo (que en realidad es Marlin). La tentación de un nombre exótico casi me había conquistado, sentirme un poco como Gwineth madre de Manzana, o como Kim, madre de Norte-Este. Marley que es un poco como Bob Marley pero también como el perro de Jennifer Aniston y Owen Wilson.

Los italianos a Barcelona, los reaccionarios.
"Marley es una cagada, ni siquiera es un nombre".
Los italianos que viven en Barcelona son cosmopolitas, ciudadanos del mundo, jóvenes dentro, viajan, son poliglotas. Pero ni de coña van a llamar mi hija Marley.
"Vale, y entonces Lola?"
"Bueno, mira que Lola también es bastante excéntrico para nosotros, al final Lola es Lolita, un poco putilla hablando claramente. Porqué no la llamas Michela?" (eso lo dijo Michela).

Los italianos en conexión desde la isla de Reunión.
"Has elegido el nombre?"
"No"
"Pues para mi Carlotta es perfecto" (esto lo dijo Carlotta).

Mi madre.
"He leído que Maya Sansa ha llamado su hija Talita"
Yo: "Maya quien?"
"Mira que no es feo, mejor que Nausica que le puede gustar solo a tu padre"

Los italianos desde Canarias.
"Talita? Si y Tiscesa". (juego de palabras con Subidas y Bajadas)

Todavía tenemos tiempo. Volvemos a empezar de cero, desde el primer nombre de la lista. Mabel por lo que ya tenemos registradas tres pronunciaciones diferentes: "Maibl" (el anglo-árabe), "Mabel" (yo), "ué Mabbél" (mamá)._TIW

 

April 13, 2016 /Daria Simeone
italian names, spagna, arabi, barcellona, nomi, figlia, inglesi, spain, english names, names, italiani, figli, daughter, expats, catalugna, children, arab names, relocating in barcelona, barcelona, catalunya
20 Comments


image.jpg

Lettera ad una donna che amo assai

November 25, 2015 by Daria Simeone

Fino all’età di sei anni ho creduto di essere la più bella del mondo. Poi un giorno, agli inizi di giugno del 1984, sono andata in cucina da mamma e papà. Mamma piangeva, papà quasi, perché alla tv avevano appena detto che Enrico Berlinguer era morto. Io ero afflitta da ben altri dubbi.
Io: "Ho visto una bambina con i ricci in televisione, era molto carina (trattavasi di Nikka Costa). Ma sono sempre io la più bella del mondo?".
Papà: "No a papà".
Mamma: "Non credo proprio".
Mi hanno risposto loro. E io sono diventata grande (e mi sono disperata).

Mi piacerebbe che tu avessi dei genitori così, piccola Mia. E che tu avessi un buon esempio di donna, in me prima di tutto, riuscendo, però, ad essere più forte di quanto non sia stata io. Perché a volte non basta avere i genitori giusti e la mamma femminista. A me non è bastato a salvarmi dall’incontrare un Mister Merda che mi ha fatto crescere troppo in fretta. E allora ti auguro di essere fortunata più che bella, di essere coraggiosa più che dolce, di essere rispettata più che di essere amata alla follia.  Io dal mio canto proverò ad educarti alla libertà, ad abituarti alla bellezza e farò di tutto perché tu cresca senza fretta in un mondo che non sono in grado di migliorare. Per tutto il resto c’è tuo padre che ha già preparato un arsenale nucleare in cantina._TIW

Questo post è apparso per la prima volta qui 

 

Letter to a woman that I love very much

image.jpg

Until I was 6 I believed I was the most beautiful girl on the planet. Then one day, in early June 1984, I walked into the kitchen where mum was crying, dad nearly, because they had just heard from the news that Enrico Berlinguer, leader of the Communist Party, had died. I was upset for other reasons.
Me: "I have seen a girl with curly hair on tv, very goodlooking (it was the singer Nikka Costa). Just to check, am I still the most beautiful girl on the planet?"
Dad: "No darling".
Mum: "I don't think so at all".
That's how they answered, and I was suddenly a grown-up (and more upset than before asking).

I'd like you to have these kind of parents, little Mia. I'd like to be a good example of woman for you, but my wish is that you will grow stronger than me. Because sometimes it's not enough to have the right parents, or a feminist mother. For me it wasn't enough to save me from bumping into a Mr Shit that forced me to grow up too quickly. So, I wish you to be lucky more than beautiful, to be brave more than sweet, to be respected more than to be crazily loved. From my side I will try to teach you the freedom, to show you what real beauty is and I will do anything I can  for you to grow up with no hurry in a world that I'm not able to make better. For everything else there is your dad that is preparing a nuclear armoury in the basement. _TIW

 

Carta a una mujer a la que quiero mucho

Hasta los seis años he pensado ser la niña más guapa del mundo. Luego un día, a principio de junio 1984, entré en la cocina donde estaban mis padres. Mi madre lloraba, mi padre estaba a punto de hacerlo y en la tele decían que Enrique Berlinguer, leader del partido comunista italiano, había muerto. Yo tenía mis propias preocupaciones. Yo:" En la tele he visto una niña con el pelo rizado, muy guapa (era la cantante Nikki Costa). Sigo siendo la niña más guapa del mundo?". Papá: "No cariño". Mamá: "No lo creo". Esto me han contestado. Y yo me hice mayor (y llegué a desesperarme un poco). Me gustaría que tuvieras unos padres así mi pequeña Mia. Y que tuvieras un buen ejemplo de mujer, empezando por mi, pero consiguiendo ser más fuerte de lo que he sido yo. Ya que a veces no es suficiente tener los mejores padres o una madre feminista. A mí no me ha salvado de tropezarme con un Mister Mierda que me hizo crecer demasiado de prisa. Entonces te deseo que seas afortunada más que guapa, de ser valiente más que dulce, de ser respetada más que ser amada con locura. Yo por mi parte intentaré educarte a la libertad, acostumbrarte a la belleza y haré todo lo posible para que crezcas sin prisas en un mundo que no soy capaz de mejorar. Para todo los demás está tu padre que ya ha preparado un arsenal nuclear en el trastero._TIW

November 25, 2015 /Daria Simeone
International Day for the Elimination of Violence against Women, daughter, madre, mother, Giornata Internazionale per eliminazione violenza contro donne, nu, violenza sulle donne, figlia, onu
3 Comments


image.jpg

Quando il marito è in vacanza. E tua figlia ti rassicura che i mostri non esistono

April 28, 2015 by Daria Simeone

A 18 anni sono andata per la prima volta a vivere da sola. Cioè senza mamma, papà e mia sorella Au. Ma ho trovato una famiglia di amiche che non mi ha mai davvero lasciato sola. Poi altri amici, altri amiche, o comunque sempre coinquilini a portata di attacco di panico. Perché a me di stare sola non mi riesce proprio benissimo. I miei genitori che lo sanno, prima mi spedivano sempre del latte condensato a farmi compagnia, sia mai che il mio livello di zucchero nel sangue scendesse improvvisamente. Ora mi spediscono il caffé Passalacqua, sia mai che il mio livello di sclero scenda improvvisamente.

Il mio anglo-arabo-africano è andato in Sudan per il matrimonio del suo cugino preferito. I tre giorni che ho trascorso sola con mia figlia hanno visto la seguente evoluzione.

Primo giorno:
- Non posso mangiare solidi, se mi strozzo e muoio ritrovano Mia in stato di choc accanto al mio cadavere come il figlio della povera Peaches Geldof.
- Chiudo la porta a chiave, lascio la tv accesa. Oddio ma perché danno l’Esorcista su 3 canali diversi? Comunque Bob di Twin Peaks può entrare anche con la porta chiusa.
- Quando Mia mi chiede dov’è papà le dico: è al bagno, ora viene. E spero che nell’attesa si addormenti (come del resto succede quando il padre è davvero nel bagno).

Secondo giorno:
- Non posso mangiare solidi quindi non ho scelta, devo mangiare il gelato agli Oreo che tanto i biscotti dentro sono sbriciolati.
- Chiudo la porta a chiave e tengo la tv accesa. Avrei bisogno di un Dirty dancing, ma Sky mi offre gratis solo Dirty Dancing Havana Nights, che immagino sia il remake sudamericano e invece è un teen movie. Meglio l’Esorcista.
- Quando Mia mi chiede dov’è papà le dico che è in bagno, ma in Sudan. Pare funzioni.

Terzo giorno:
- Mangio un toast, un avocado, doritos e bevo vino, per evitare di strozzarmi. 
- Non chiudo la porta a chiave che tanto ormai se Bob e Freddy Krueger non sono venuti ieri, perché dovrebbero venire oggi.
- Quando Mia mi chiede dov’è papà le dico: a che ci serve? Ora viene zia Au! E i nonni, col caffé.

(Torna presto che manchi, e ancora non ho ritirato i panni dal giardino perché credo che un’ape pelosa ci abbia costruito un alveare dentro).

Papà in Sudan

Papà in Sudan

 

When the husband is on holiday (and you are left with your daughter and scary monsters)

Bob di Twin Peaks dietro al letto

Bob di Twin Peaks dietro al letto

At 18 I went for the first time to live alone. I mean without mom, dad and my sister Au. But I found a family of friends that never really left me alone. Then more friends, or at least flat mates ready to save me from a panic attack. Because I’m not very good at being alone. My parents that know that, used to send me condensed milk to keep me company, and make sure that my blood sugar level wouldn’t fall suddenly. Now they send me Passalacqua coffee, to make sure that my level of anxiety doesn’t fall suddenly.

My Anglo-Arab-African went to Sudan for his favorite cousin’s wedding. The three days I spent alone with my daughter have seen the following evolution.

First day:
- I can’t eat solids, if I choke and die, Mia will be found in a state of shock next to my body like the son of poor Peaches Geldof.
- I close the door, leave the TV on. Oh my god why is the Exorcist on 3 different channels? However, Bob from Twin Peaks can get in even with the door closed.
- When Mia asks me where her dad is I say: he is in the toilet, will come soon. And I hope she falls asleep while waiting (as indeed happens when the father is really in the toilet).

Second day:
- I can’t eat solids so I have no choice, I have to eat Oreo ice cream, the cookies are crumbled so it’s safe.
- I close the door and keep the TV on. I would need a Dirty dancing, but Sky offers me for free only Dirty Dancing Havana Nights, which I guess is the latino remake, but instead is a teen movie. Better the Exorcist.
- When Mia asks where her dad is I say that he is in the toilet, but in Sudan. Apparently it works.

Third day:
 - I eat a toast, an avocado, doritos and drink wine, only to avoid choking.
- I don’t need to close the door: if Bob and Freddy Krueger did not come yesterday, why should they come today.
- When Mia asks me where her dad is I say: what do we need him for? Now comes auntie Au! And the grandparents, with the coffee.

(Come back soon baby, I have not yet withdrawn the clothes because I think a bumble bee built a bee hive in them)._TIW

 

April 28, 2015 /Daria Simeone
husband, mostri, solitudine, mum, scary monsters, panic attack, mamma, marito, twin peaks, holiday, attacchi di panico, figlia, daughter, vacanza, scary montsres, ansia
Comment


image.jpg

Senti chi parla: quando tua figlia può finalmente dirti che stai sbagliando (quasi) tutto

April 23, 2015 by Daria Simeone

Quando mia figlia Mia a quasi 14 mesi ancora non camminava mia madre per tranquillizzarmi mi tirava sempre fuori la storia di Einstein, che fino a 9 anni non aveva detto neanche una parola finché una sera a tavola disse qualcosa tipo: ma questa zuppa è troppo calda! Quindi per 9 anni i genitori non avevano idea che il figlio fosse un genio, né che fosse un rompipalle. Ecco, questo per dire che fino a qualche settimana fa, quando il bilinguismo di Mia si manteneva in equilibrio tra tomato e cacca, ma senza riuscire a comporre una frase di senso compiuto, potevo ancora illudermi che mia figlia fosse una dolcissima 2enne e io una degna madre. Poi ha imparato a parlare, nonostante me (che le dico soltanto "Ti amo" a ripetizione).  Ed è arrivato il giorno della zuppa anche per lei, che però era il merluzzo con gli asparagi, uno dei suoi piatti preferiti. O almeno così credevo: "No mamma! No pesce e verde. Pizza!". Finalmente aveva le parole per dirlo, era arrivata la vendetta a tutti i merluzzi mangiati per un anno e mezzo, il cazziatone con dito puntato che fa no, no. Così, oltre al fatto che sia una dittatrice e che devo mandarla a ripetizioni di italiano, ho scoperto che:

  • Cold! Che quando la tiro fuori dalla vasca tutta bagnata e le faccio fare il girotondo nuda in velocità ha freddo. Ha avuto freddo ogni giorno della sua vita in cui glie l'ho fatto fare.
  • Sun Sun! Che il sole, a differenza mia, non le piace. Al punto che tra andare al parco in un rarissimo giorno di sole e prendere la vitamina D sceglie la vitamina D. 
  • Pocket! Che ormai vuole le tasche, per metterci i soldi. 
  • Careful mummy. Che si sente in pericolo, per colpa mia. Magari meglio farla scendere da quel tavolino di vetro con spigoli appuntiti dove l'ho appoggiata per andare a preparare il caffè.
  • It's blue. Che ogni colore è blue. Blue blue, blue giallo, blue red, blue green, blue purple.
  • Purple. Che lei a neanche due anni sa pronunciare purple, io a 37 ancora no. 
  • Hiya Baby. Che se ingrasso lei mi accarezza la pancia e saluta il baby che (non) c'è dentro.
  • Please, grazie, thank you.  Che dopo averle fatto il lavaggio del cervello chiedendole "come si dice?" ogni volta che chiede latte, caramella, camomilla, per non sbagliare ha coniato la formula "Please, gazzie, tencu". Un po' come il grazie-prego-scusi-tornerò di Celentano.
  • It's mine! Che tutto è proprietà della dittatrice, il mio cellulare, il mio cuscino, i miei vestiti, le mie scarpe col tacco, il mio uomo.
  • Timer. Che ormai quando sa di aver sbagliato e rischia il naughty corner, l'angolino della riflessione, chiede da sola a Siri di mettere 2 minuti di timer. E va nell'angolino, che ormai si è arredata.
  • Ti amo. L'unica frase in italiano insieme a "asilo no!", che poi è un po' la stessa cosa di "ti amo"._TIW
image.jpg

The day your daughter finds the words to tell you that you are doing (almost) everything wrong

image.jpg

When my daughter Mia at almost 14 months still did not walk, my mum used to tell me the story of Einstein, that up to 9 years had not said a word until one evening at dinner said something like: but this soup is too hot! So for 9 years his parents had no idea that he was a genius, nor that he was a pain in the ass. Until a few weeks ago, Mia's bilingualism was balanced between tomato and cacca, but failed to make a whole sentence, I could still believe that my daughter was a very sweet 2 year old and I was a decent mother. Then she learned to speak, despite me (I only say "I love you" to her, non stop). And now her"day of the soup"has arrived, but instead of soup we had cod with asparagus, one of her favorite dishes. Or so I thought, "No mom! No fish and green. Pizza!" Finally she had the words to say what she thought. It was time for revenge for all the cod eaten over the past year and a half, the time for me to be told off verbally and with her pointing finger "no, no". So, besides the fact that she is a dictator and that I have to send her to Italian lessons, I found that: 
Cold! When I take her out of the bath all wet and spin her while dancing naked, she is cold. She has been cold every day of her life I did that to her.
Sun Sun! Unlike me she does not like the sun. To the point that between going to the park in a rare sunny day and taking vitamin D, she chooses vitamin D.
Pocket! Now she wants pockets, to store money.
Careful mummy. She feels in danger, because of me. Maybe I better take her down from that glass table with sharp edges where I left her to go make myself a coffee.
It's blue. Everything is blue. Blue blue, blue yellow, blue red, blue green, blue purple.
Purple. She is not 2 yet and can pronounce purple. I, at 37 can't.
Hiya Baby. That if I put on weight she will come to cuddle my belly and say hi to the baby that is (not) inside me.
Please, grazie, thank you. After having brainwashed her asking "What do you say?" each time she asks for milk, sweets, chamomile, to avoid mistakes she has coined the phrase "Please, gazzie, tencuuuu".
It's mine! Everything is owned by the dictator, my phone, my pillow, my clothes, my heels, my man.
Timer. Now when she knows she's been naughty, she asks Siri to set a 2 minute timer and goes by herself to the naughty corner, that she has since furnished.
Ti amo. The only sentence she says in Italian together with "nursery no!", which is a bit ' like"I love you"._TIW

April 23, 2015 /Daria Simeone
naughty corner, 2 anni, figlia, bilinguismo, prime parole, punizione, daughter, madre, toddler, einstein, mother, bilingualism
Comment


photo by Marcella Tabacchini

photo by Marcella Tabacchini

Dio (ci) salvi dal Paracetamolo

February 04, 2015 by Daria Simeone

“Tesò che ti porto dall’Italia mo’ che torno?”. Se 15 anni fa i must have dello spaccio clandestino tra emigranti erano caffè, spaghetti, passata di pomodoro, parmigiano e dado Knor, oggi che invece siamo cervelli in fuga vanno per la maggiore Imodium, Plasil, Amoxicillina, fialette per l’Aerosol, fermenti lattici (e il Perlana Nero Assoluto, ma questa è un’altra storia). La verità è che:

  • ormai siamo 235mila iscritti all'Aire, quindi ufficiosamente saremo almeno tre volte tanto e abbiamo colonizzato i supermercati di Sua Maestà con pelati Cirio, pasta De Cecco, mozzarella di bufala Dop, PA-STI-NA e formaggini Mio per poterci fare la pappa di conforto come ce la farebbe mammà.
  •  I medici di base inglesi ci hanno ucciso di Paracetamolo e hanno anche iniziato a prenderci per il culo.

Qualunque siano i sintomi la visita dal GP si conclude con le seguenti opzioni:

  • tenga la temperatura bassa con del Paracetamolo. (Ma un antibiotico no eh?)
  • potrebbe essere una “infezione al petto”, prenda intanto del Paracetamolo. (Ma bronchite? Tracheite? Faringite? Voi questi nomi qui non ce li avete eh?)
  • si faccia un bagno caldo e il vapore che si crea nella stanza le libererà le vie respiratorie. E comunque il Paracetamolo ci sta sempre bene. (Ma un aerosol no eh?)

Ah e se ti becchi il Norovirus con cagotto e vomito a spruzzo, chiuditi nel cesso e butta la chiave perché “tutte le medicine bloccherebbero il naturale ripulimento del corpo”. Ovvero schiattate pure di diarrea, stavolta manco il Paracetamolo vi salverà.

L’ultima genialata è stata prescrivere a mia figlia di 18 mesi il Salbutamol per l’asma, perché aveva la tosse. Al che alzo bandiera bianca e urlo REFERRAL! Che è un po’ come chiedere l’aiuto da casa a Chi Vuol Essere Milionario. Il Gp a quel punto deve scrivere una lettera in cui chiede a uno specialista un secondo parere. E di solito la lettera descrive la storia medica del paziente. E invece no: “Caro pediatra, la prego di visitare questa bambina. I genitori vogliono una visita con uno specialista perché dice che in Italia si fa così, il padre si è rifiutato di darle il Salbutamol, e la moglie italiana si è fissata che ha una brutta tosse”. Da allora mi sento fortissimamente “la moglie italiana”. _TIW

 

God save (us from) Paracetamol

“Babe what shall I bring you from Italy when I come back ?" . If 15 years ago, when we were emigrants the must-haves of the illegal peddling over the Channel were coffee, spaghetti , tomato sauce, parmesan cheese and Knor stock cubes; now that we are the "brain drain" our wish list has changed; Imodium (to stop diarrhea) , Plasil (to stop the nausea) , Amoxicillin (antibiotic), phials for the Aerosol, lactic acid bacteria (and Perlana Absolute Black , but that's another story ) .

The truth is that:

A) Officially there are 235 thousand Italians in the UK so unofficially make it 3 times that. We have colonised Her Majesty’s supermarkets with peeled Cirio, De Cecco pasta, buffalo mozzarella DOP, PASTINA (baby pasta) and Mio cheese to be able to make our comfort food the way mamma would make it.

B) The English GPs have killed us with Paracetamol and sometimes it feels like they are taking the piss. 

Whatever the symptoms are, each visit to the GP ends with the following options:

  • Keep the temperature low with the Paracetamol. (What about antibiotics, no huh?)
  • Could be a "chest infection", meanwhile take the Paracetamol. (Bronchitis? Tracheitis? Pharyngitis?(thanks google translate) Don’t you have these names here?)
  • Run a hot bath. The steam in the room will free your airway. Anyway Paracetamol there is always good . (How about an aerosol, no huh?)

Oh and if you catch the Norovirus, with the shits and projectile vomiting, lock yourself in the toilet and throw away the key because "all the medicine would block the natural clean-up of the body ". This time not even Paracetamol will save you . The last genius prescribed to my 18 months old daughter the Salbutamol for asthma , only because she had a cough . To which I raise the white flag and shouted REFERRAL and SECOND OPINION! Which is a little like asking the help from home at Who Wants To Be A Millionaire. The GP then must write a letter requesting a specialist for a second opinion. And usually a letter describing the patient's medical history. But no: " Dear paediatrician, please see this child. The parents want to see a specialist because that is what you do in Italy. The father refused to give her the Salbutamol and his Italian wife has decided that the child has a bad cough". Since then I feel very much like the Italian wife.

* The English translation is made by the Italian wife that struggles already in speaking English. So take it as a huge sacrifice, made only to save my English friends from the pain in the ass that is Google translator and so that they can make sure that I am not gossiping about them._TIW

 

February 04, 2015 /Daria Simeone
italian, wife, london, doctor, baby, cough, referral, londra, medico, food, cibo, figlia
6 Comments


Subscribe by Email